Dopo aver fatto strage di animali nel vicinato – la cagnolina meticcia Mila, dodici conigli, dodici polli e una gatta – le due rottweiler Kira e Cloe e il labrador Bobo giocavano docili e scodinzolanti con una bimba. Prima di quel 4 giugno 2017 i tre cani, di proprietà dell’imprenditore agricolo sacilese N. P., non avevano mai manifestato alcun segnale di aggressività nei confronti di altri animali. Sono invece sempre stati mansueti nei confronti degli uomini.

È stato questo il tema centrale dell’arringa in punta di diritto dell’avvocato Gasparini. Il legale ha evidenziato inoltre come non ci fosse alcun elemento per ipotizzare un’omessa vigilanza. «Si è cercato di estendere la norma incriminatrice – ha osservato il legale – al proprietario degli animali, come soggetto di garanzia. Fra l’altro si sarebbe dovuto indagare, casomai, il detentore dei cani, non il proprietario, che in quel momento non si trovava in azienda. Non c’era nessun elemento di diritto Dal processo è emerso che la condotta del padrone non è stata affatto negligente, anzi, i cani erano perfettamente custoditi e ben tenuti nel loro recinto, erano addestrati. Manca dunque l’elemento di colpa». P. ha spiegato che gli animali si trovavano nel cortile deella sua azienda di allevamento, all’interno di una serie di recinzioni.

Il proprietario ancora non si capacita come abbiano fatto quel giorno siano scappati. «Ora finalmente posso dormire tranquillo», P. ha accolto con sollievo la sentenza che lo ha scagionato, dopo due anni di pensieri. Ritrovarsi coinvolto in una vicenda giudiziaria per la prima volta e fra l’altro suo malgrado lo ha scombussolato. Kira, Cloe e Bobo sono ancora con lui. Di recente ha rinnovato il patentino come addestratore e i suoi animali si sono segnalati per la mansuetudine

(Dal Messaggero Veneto del 26.02.2020)

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